Proposta di legge Pd: 1,5 milioni in più per prevenzione e danni
La proposta di legge si pone due obiettivi: da un lato rafforzare le misure a tutela delle produzioni agricole e zootecniche rispetto ai danni causati dalla fauna selvatica in generale, con risarcimenti che tengano conto anche delle attività di ripristino, non solo del raccolto; e dall’altro migliorare la convivenza tra fauna selvatica e strade riducendo gli incidenti che, anche sul territorio ligure, causano pesanti danni in termini economici ed ecologici, garantendo agli automobilisti interessati procedure chiare e risorse certe per il ristoro dei danni subiti, e lavorare per la mitigazione, attraverso appositi interventi, dell’impatto provocato dalle infrastrutture sull’habitat naturale degli animali.
Per rispondere a questi bisogni si prevede l’inserimento di risorse aggiuntive pari a 1 milione e 500mila euro: in parte, da sommare al Fondo regionale destinato ad attività di prevenzione e risarcimento dei danni in agricoltura – ad oggi alimentato con una quota fissa della tassa sull’esercizio venatorio, un fondo che negli anni è andato riducendosi sempre di più passando dai 2 milioni e 200mila euro del 2014 a 1 milione e 392 mila euro nel 2021 – e in parte, per istituire un fondo per il risarcimento danni da incidenti stradali. Questo permetterà di rispondere più celermente sia in termini di prevenzione che di risarcimento, visto anche l’aumento esponenziale dei danni all’agricoltura e degli incidenti stradali.
Si stima infatti che ogni anno circa un milione e mezzo di animali vengano uccisi dalle auto e centinaia di persone vengano ferite durante le collisioni. In Europa gli episodi documentati di collisioni con gli ungulati ammontano a 507.000 all’anno, con oltre 30.000 feriti e circa un miliardo di danni a beni materiali. Secondo alcune stime gli incidenti che coinvolgono animali selvatici rappresentano circa il due per cento del totale degli incidenti stradali, di questi una percentuale compresa fra il due e il cinque per cento provoca feriti con la morte di un passeggero nello 0,03-0,05 per cento dei casi. In Italia, secondo una indagine Istat, nel periodo 1995-2000 si sono verificati 2.083 incidenti stradali, con 150 vittime e qualche centinaio di feriti. La collisione fra veicoli e fauna selvatica ha importanti ricadute non solo sulla biodiversità e sulla incolumità dei conducenti di veicoli, ma anche sulle risorse degli enti pubblici tenuti al risarcimento.
Sulla base di questi dati è evidente che bisogna migliorare la convivenza fra fauna selvatica e strade adottando adeguati sistemi di prevenzione che mettano in allerta i guidatori e, allo stesso tempo, evitino l’attraversamento della carreggiata da parte degli animali nei momenti in cui sopraggiungono autoveicoli o motoveicoli per evitare incidenti.
Molte regioni, infatti, visto l’incremento di incidenti hanno individuato specifiche risorse nei loro bilanci e stipulato assicurazioni per far fronte ai risarcimenti.
La proposta di legge propone anche di modificare i criteri per la definizione del danno prevedendo che nei risarcimenti concessi agli agricoltori venga quantificato anche il costo dell’attività di ripristino, spesso più onerosa rispetto al mero risarcimento del mancato raccolto.
Perché, se da un lato il problema delle collisioni su strada tra veicoli e fauna selvatica può essere arginato con opportuni interventi, che prevedono anche la mitigazione dell’impatto dell’infrastruttura con l’habitat naturale degli animali, la situazione relativa ai danni causati in particolare da cinghiali, daini e caprioli alle produzioni agricole professionali o di presidio sta diventando insostenibile. Nel corso degli anni infatti anche per l’assenza di predatori e per l’abbandono dell’agricoltura si sono creati habitat molto favorevoli alla ripopolazione, soprattutto per gli ungulati.